Fisica
Una personale visione della Fisica
Spesso come insegnanti si cerca di interessare i ragazzi alla lezione suscitando in loro una certa curiosità verso determinati e appariscenti fenomeni naturali. Ma tale curiosità non può durare a lungo e ogni studente tende ad assumere ben presto un atteggiamento passivo verso la fisica rendendo così estremamente difficile, se non impossibile, l’assimilazione reale dei suoi concetti, ovvero un’assimilazione che vada ben al di la della capacità di saper applicare formule matematiche o di saper ripetere mnemonicamente alcune definizioni.
I giovani sono solitamente interessati più alle conquiste tecniche che alle conquiste teoriche della fisica, o di qualsiasi altra scienza. Ma non si può assecondare semplicemente questo loro interesse esclusivo, al più cercando di prendere spunto da questo per illustrare alcuni concetti scientifici generali. Tale metodo infatti, facendo perdere di vista lo spessore teorico della scienza, ne snatura il carattere.
Può anche succedere che un ragazzo di 15 anni trovi deludente scoprire che la fisica può essere noiosa. Con tutti i suoi videogiochi, i suoi apparecchi elettronici, i suoi film di fantascienza, egli si ritrova a parlare di vettori, di grafici, di statica, di cinematica e di definizioni che non gli dicono assolutamente nulla.
Ma è necessario che la fisica rimanga chiusa nei libri di testo, oppure è possibile renderla qualcosa di vivo, qualcosa che è intorno a noi, senza snaturarla? E’ certamente vero che non bisogna dare della fisica l’immagine di una teoria costruita soltanto su ragionamenti e astrazioni estreme. Come non è certamente vero che la fisica sia solo una mera riorganizzazione di dati osservativi. La fisica è sia rispetto del reale sia costruzione della mente. Occorre quindi iniziare in modo intuitivo ancorandosi al reale, ma poi è necessario sistemare, organizzare, costruire modelli interpretativi, verificarne la fecondità con ragionamenti e astrazioni; si tratta di esplicitare il lavoro intellettuale che permette di sottoporre a trattamento teorico i dati empirici.
Penso che alla base di un buon apprendimento ci debba essere prima di tutto interesse e una buona dose di entusiasmo. Credo che la fisica sia una disciplina affascinante, un fascino per me legato al fine ultimo che questa Scienza ha: la descrizione della natura, dei suoi fenomeni. Citando Feynman, “quando guardiamo le bellezze della natura, traiamo un piacere estetico dall’osservazione diretta. Tra i fenomeni della natura c’è però anche una struttura, un ritmo che non appare direttamente all’occhio, ma che si rivela solo dopo una più attenta analisi; e sono appunto questi ritmi e strutture che chiamiamo leggi fisiche”. Il mio intento, nell’insegnare questa disciplina, è quello di esplicitare le strategie che la fisica usa per “scoprire” le leggi della natura e far comprendere le motivazioni di questa ricerca, per rendere in qualche modo partecipi gli studenti della bellezza di questa impresa intellettuale e consapevoli della “bellezza che abbiamo di vivere in un’epoca in cui stiamo ancora facendo scoperte”. [Tesi SSIS A038, 2002]
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